Regia di Noah Baumbach vedi scheda film
I Berkman divorziano: lui insegnante di letteratura e scrittore attualmente in declino, lei scrittrice in forte ascesa con una selva di amanti. I figli hanno la peggio: il piccolo è solo un bambino e comincia a bere e a masturbarsi in giro per la scuola; il grande, ormai adolescente, trova rifugio in una fidanzatina.
Le ambizioni che trasuda questo film, a partire dal titolo francamente scialbo e insignificante pur se motivato in qualche modo all'interno della trama, sono decisamente eccessive: No(i)ah Baumbach scrive e dirige una commedia sulle nevrosi della famiglia americana contemporanea cercando di far sorridere e di scioccare nello stesso tempo in cui denuncia l'assenza delle figure genitoriali e l'egoismo che domina la struttura famigliare, in tutti i suoi elementi. L'ambiente sociale, medio-benestante, può far pensare a uno scimmiottamento alleniano, ma Il calamaro e la balena non arriva a tanto: si ferma molto prima. Si ferma per colpa di una scrittura piatta, priva di originalità, che affastella dettagli non sempre utili e spigoli curiosi fino all'involontaria implosione finale, quando quasi tutti i personaggi vengono lasciati a sè stessi, le loro storie vengono completamente trascurate per mettere in scena la sequenza che serve a dare il titolo al film: tutto molto pretenzioso, appunto. Qualche momento godibile non basta in un'ora e mezza di visione; bene a ogni modo gli interpreti, con Jeff Daniels, Laura Linney, Jesse Eisenberg, William Baldwin, Owen Kline e Anna Paquin al centro del cast. Fra i produttori spicca il nome di Wes Anderson, la cui poetica sbilenca e chiassosa può vantare qualche ascendenza sul lavoro. Per Baumbach è la quarta regia, a 10 anni dall'esordio con Scalciando e strillando (1995). 3/10.
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