Regia di Alberto Bassetti vedi scheda film
Tratto da un testo teatrale dello stesso regista, scritto prima dei fatti di Tortona, Sopra e sotto il ponte è un’opera imperfetta e non totalmente riuscita, ma non priva di virtù. Parla di giovani, ma senza ricorrere a banalità che ormai ci propinano Moccia-Brizzi&figli (da Scrivilo sui muri a Tre metri sopra il cielo), cercando di delineare un profilo dei personaggi curato e non sciocco. È molte volte superficiale nell’illustrare la realtà al di fuori delle dinamiche familiari (quelle più convincenti), talvolta ricorre a situazioni non originali, funzionali ma anche già viste. Tuttavia il difetto principale sta nell’eccessiva teatralità di molte scene che coinvolge i personaggi e, se da una parte ci aiuta a capire la profondità di questi, dall’altra sembrano capitati, se non nel posto, almeno nel mezzo sbagliato (era meglio un palcoscenico di uno schermo). Pur essendo un film ingenuo (ma perché quella cronologia?), Bassetti, che non è uno sprovveduto, non si merita la fascia di mediocre. Va ricordato il suo lavoro sui cinque personaggi e, nonostante, le carenze e le imprecisioni, alla fine della fiera abbiamo un ritratto di questi compiuto. A parte i tre ragazzi al centro della scena (c’è anche il figlio di Vasco Rossi, Davide), una menzione la meritano i due adulti: il logorroico benestante di Gaetano Piazza e la determinata madre di Isabel Russinova. E il finale aperto (bell’idea) è un segno di speranza o di rassegnazione?
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