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Chiedi alla polvere

Regia di Robert Towne vedi scheda film

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La recensione su Chiedi alla polvere

di Furetto60
5 stelle

Ispirato all'omonimo romanzo di Fante, non riesce a trasferirne lo spirito. Occasione mancata. Bravi comunque gli interpreti.

Nel 1939,in piena depressione economica, in una Los Angeles cadente, con i suoi fast-food lerci e malfamati, nasce e si sviluppa un’impossibile e tormentata storia d’amore, tra Arturo Bandini uno squattrinato italiano, aspirante scrittore, che per poter mettere qualcosa nella pancia, arriva a rubare il latte dal furgoncino che lo porta a domicilio e Camilla una conturbante cameriera messicana, a caccia di un americano da sposare, per acquisire il cognome giusto e potersi integrare. S’incontrano o per meglio dire si scontrano, nel locale dove lei lavora, in mezzo a tanti diseredati come loro, che cercano disperatamente un posto al sole. Lui è irritante e provocatorio, lei impertinente, danno vita a piccole schermaglie, finché scoppia la passione. Tra incomprensioni, litigi e riappacificazioni, si amano ma per pochissimo tempo, perché lei si ammala di tisi e presto muore. Lui riesce a scrivere finalmente il romanzo che aveva in testa e lo dedica alla sua memoria. John Fante autore dell’omonimo racconto cui s’ispira il film, descrisse quella umanità, con grande forza espressiva, connotando il suo lavoro letterario di una evidente vena autobiografica. Fante infatti era uno scrittore italo-americano, di origini abruzzesi, nato in povertà e sempre alla ricerca di una nuova storia da raccontare. Attraverso l'alter ego Bandini, lo scrittore restituiva al romanzo il ruolo di cronaca di un'epoca. Cronaca sociale e anche cronaca personale. Il regista Towne, dunque aveva a disposizione una materia letteraria intrigante e di notevole sostanza contenutistica, cui attingere, ma nonostante ciò, non è riuscito a trasferire nel film, la grande valenza espressiva del romanzo. Il prodotto cinematografico è viziato da esercizi di stile affettati e inutili e da passaggi di maniera fini a se stessi, reso esteticamente con efficacia, da un fotografia pastosa e una ricostruzione ambientale accurata e ben interpretato, non buca però lo schermo e resta impantanato nel racconto di una convenzionale storia d’amore tormentata, in un ambiente difficile,tra discriminazione,  pregiudizi e razzismo. In ogni caso bravi Colin Farrel e Salma Hayek, notevolmente affascinante.

 

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