Regia di Anders Thomas Jensen vedi scheda film
Adam è un truce nazista costretto a scontare il resto di una pena in un centro di recupero. Lo gestisce Ivan, pastore protestante quantomeno bizzarro, con un’idea squinternata del “Bene”. Tutti, nella piccola casa-famiglia, hanno uno scopo preciso: quello di Adam sarà di fare una torta con le mele che crescono in giardino. Tra lui e il dolciume fatto e finito si interpongono corvi, gatti, ladri ciccioni, strambi rapinatori arabi, ex camerati, un medico piuttosto laido e un ex nazista (di quelli veri) che gestiva un campo di concentramento. Le vie del Signore sono infinite e costellate di tentazioni: se anche l’epilogo di questa singolare lotta tra Male e Bene è scontato, non lo è il percorso intermedio, fatto di momenti e situazioni che dimostrano come nessuno sia in fondo come sembra o come il proprio ruolo (di buono o di cattivo, di cretino o di furbastro) si possa facilmente ribaltare. La cosa davvero riuscita del film è il punto di vista: se il mondo che ci circonda è totalmente surreale, il primo a strabiliarsene - e noi con lui - è proprio il fascistone Adam, interpretato alla grande da Ulrich Thomsen (Festen, L’eredità). Riuscire attraverso la follia a riportare alla realtà un tizio che gira con il santino di Hitler ci pare il più diabolico dei contrappassi.
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