Regia di Anders Thomas Jensen vedi scheda film
Terzo capitolo dei "disperati" per il bravo Jensen, di cui Anna Giulia sta proponendo i film migliori, (grazie grazie grazie). Questo film continua la saga del regista danese dedicata al "riscatto", a quell'umanità che per una qualche svolta del destino è finita sull'orlo dell'abisso. La vicenda del nazista Adam è più personale rispetto a quelle dei suoi precedenti film, ma funziona benissimo e l'incontro con il prete, il mai troppo lodato Ulrich Thomsen (oh, "Festen"!), innesta un motore grottesco e umano di bella intensità. Ci sarebbe, forse, solo da ridire sul finale, un po' forzato e poco credibile, ma il cinema di Jensen è anche un po' favola, un po' consolatorio, e questa cosa è nello stesso tempo forza e debolezza del suo fare cinema. Fu un ottimo successo in mezzo mondo, anche da noi. Peccato che dopo questo film, l'America se lo risucchiò spolpandolo e gettandolo via. Pare stia tornando con un nuovo film, di nuovo, per fortuna, girato in patria.
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