Regia di Chris Columbus vedi scheda film
La storia di un gruppo di artisti bohemien che vivono tra droghe, difficoltà economiche e AIDS. Amori universali minati da tragedie e sfratti. Tutto è in prestito nella vita, forse anche la vita stessa. E allora godiamoci ogni giorno come se fosse l'unico giorno che ci rimane. Ma magari anche guardando altre pellicole più cinematografiche riuscite.
Volevo vedere questo film da moltissimo. Ci sono canzoni stupende, versi che mi fanno rabbrividire, quelli di Seasons of love sopra a tutti. 525.600 minuti sono i minuti in un anno di vita, ma la vita come la vogliamo misurare? In tazze di caffè, in mattine, sere, tramonti, albe, bicchieri di vino, o in termini dell'amore che si è dato e si è ricevuto? In stagioni d'amore! Questa la grande intuizione del testo che mi ha spinto a vedere il film. Il racconto è stato descritto in po' da tutti, la bohème contemporanea che cade nel centesimo anniversario dall'uscita dell'opera lirica e la tisi che è stata rimpiazzata dall' AIDS. Ma il risultato finale mi ha lasciato perplesso. Impianto teatrale, i cambi di scena improvvisi, recitato al minimo e poco funzionale al racconto. La musica bella, i balli buoni ma ripresi in maniera limitante, l'impianto scenico e la recitazione troppo marcati e artefatti. Do 7 per le musiche, ma la potenzialità della storia non è stata sfruttata appieno e l'occasione di rendere speciale una trasposizione cinematografica direi che è saltata. Forse vederlo a teatro mi avrebbe coinvolto ed emozionato di più.
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