Regia di Massimo Andrei vedi scheda film
Salvatore, che si sente una donna e si fa chiamare Desiderio, ama Andrea, che sta per sposarsi con una giovane del suo quartiere. Sullo sfondo, un coro di personaggi capitanati dal regista teatrale Massimino, altro uomo in transito, alla stregua di Europa e Suegno. L’opera di esordio di Andrei, che vinse la Settimana della Critica alla Mostra di Venezia 2005, è un melodramma trattenuto girato e ambientato alle falde del Vesuvio, terra vulcanica capace di ospitare tutti gli umori e il sogno utopico del gruppo, un “agrifuturismo” denominato per l’appunto Mater Natura. Tra Fassbinder e Schroeter e, soprattutto, Piscicelli, il film ironizza con dialoghi frizzanti e messa in scena coloratissima il disagio di persone che non hanno paura di affrontare i loro sentimenti e di autodefinirsi “donne irregolari” o “disastri metropolitani”. L’urgenza di scappare dalla pazza folla evoca la tendenza in atto: quella di ricercare il grande silenzio, in questo caso di religiosa e sincera ispirazione laica. Almeno due le scene di culto: il ballo all’autolavaggio e la sfilata al cimitero alle prime luci dell’alba. Tra criptochecche, ricchioni dentro, travestiti e gioventù bruciata, il bisogno dell’arte per sopravvivere e un bellissimo omaggio, a parti invertite, del «Voglio una donnaaaa!!!!!!» di felliniana memoria.
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