Regia di Carlos Saldanha vedi scheda film
Uno scoiattolo con una ghianda si inerpica su per una parete ghiacciata, la perde, la riprende, resta appiccicato con la lingua al ghiaccio (come Jeff Daniels in Scemo e + scemo), arriva in cima, cerca di seppellire il suo tesoro, una crepa si apre lungo tutta la montagna e l’acqua inizia a zampillare: è iniziato il disgelo. Si apre con Scrat (lo scoiattolo dalle parti del disgraziatissimo e isterico Will Coyote) L’era glaciale 2, nel quale, a coppie, a gruppi, a branchi, tutte le razze della Terra (tranne gli uomini, assenti dalla seconda avventura, e d’altra parte erano i più statici, e muti, della prima) si muovono verso una ipotetica “Barca” che sta per salpare e portare tutti in salvo dall’inevitabile inondazione che sommergerà il pianeta. Echi dell’Arca di Noè e guizzi della cattiveria di Tex Avery, surreali divagazioni nel musical alla Busby Berkeley (il ballo degli avvoltoi al ritmo di Cibo che fa sognare – versione italiana di Food, Glorious Food da Oliver!) e un “balletto” di raro equilibrismo in bilico su un cumulo di picchi che stanno precipitando: tutto si mescola nell’emigrazione della bizzarra, multietnica “famiglia” composta dal mammuth, il bradipo, la tigre e arricchita da una mammuth fulva che si crede (e si comporta come) un’opossum e, quando scopre chi è, va in crisi di identità e dai suoi due “fratelli”, veri opossum, scoppiati e dispettosi. Più Scrat, naturalmente, il cui spazio si è molto allargato. Più divertente del primo, con una narrazione che è un puro pretesto, come accadeva nei cartoons Warner dell’epoca d’oro.
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