Regia di Carlo Vanzina vedi scheda film
La classica vanzinata. Frementi di ritrovare il successo di Sapore di mare, i fratellacci costruiscono un'altra insulsa commediola sentimentale, questa volta ancora più leggera, ai limiti del nulla, e la farciscono di successi musicali (in questo caso niente nostalgia retrò, ma hit del momento: da Cindy Lauper a Fabio Concato). Cast giovane e dialoghi giovanili, tanto per specificare nella maniera più chiara possibile il target di riferimento; Amendola, figlio e nipote d'arte, non è nemmeno malaccio, la Welch, figlia d'arte, se la cavicchia, ed attorno ai due protagonisti vaga un cast non anonimo, ma spento, con qualche caratterista dignitoso (Mario Brega, il pacioccone Fabrizio Bracconieri, pure Jimmy il Fenomeno, che fa gli auguri ad una festa di compleanno e scompare) e due nomi di qualche risalto come quelli di Virna Lisi e Riccardo Garrone. Ma Amarsi un po', sottospecie di fotoromanzo di serie B (baci, cazzotti, amori, tragedie: tutto mischiato insieme, tutto incolore) con ruolo predominante della colonna sonora e lieto fine incorporato, non va da nessuna parte e difficilmente può aver destato entusiasmi da parte degli interpreti, pertanto tutti giustificabili nei loro toni dimessi da chi timbra il cartellino con rassegnazione e sperando che il supplizio termini il prima possibile. Che è bene o male lo spirito con cui lo spettatore assiste a questo sciagurato esempio di tutto ciò di cui il cinema italiano non avrebbe mai avuto bisogno e che da cui è invece finito per essere risucchiato. 2/10.
Grazie ad un banale incidentello stradale, fra un borgataro rude ma dal cuore d'oro ed una ragazzetta dell'alta borghesia nasce l'amore. I loro mondi sono diversi e lontanissimi, ma l'amore riesce ad unirli; dopo uno screzio ed una momentanea separazione, i due torneranno definitivamente insieme.
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