Regia di Wayne Kramer vedi scheda film
Joey Gazelle, pesce piccolo della mafia italoamericana, invece di far sparire una pistola che scotta, combina un casino enorme nascondendola in cantina. Dietro l’inghippo dell’arma lo scoperchiamento di un indicibile vaso di Pandora: mafia russa, pedofilia, massacri, torture, brutalità assortite... Iperrealismo a mille, stile “videocinetico” da sciroccati, sceneggiatura tamarra, dialoghi post-pulp, citazioni e riferimenti a sproposito e a casaccio (John Wayne!?!?)... Running di Wayne Kramer è un disgustoso fast food movie diretto da un regista sudafricano, protegé di Quentin Tarantino, per il quale si è sprecato il più alto dei paragoni: Robert Aldrich. Stiamo scherzando, vero? Non si sperava ardentemente che l’epoca dei “tarantolati” - quei registi fulminati sulla via di Pulp Fiction che altro non fanno se non scimmiottare il maestro - fosse finita per sempre? Invece no, purtroppo, e l’imprimatur dell’originale, vale a dire Quentin, fa parecchio male e pone più di una questione. Se il trash, nella sua definizione più corretta, è una volgare imitazione, Running è la quintessenza del trash. Per la cronaca: la faccenda della pistola, “mcguffin” del film era già alla base di un classico come Squadra omicidi, sparate a vista! di Don Siegel. Altro cinema.
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