Regia di Francesco Fei vedi scheda film
La percezione è metallica. Ecco perché Francesca, malgrado la voglia sul viso che le deturpa il carattere fin da bambina, non riesce a sentirsi. E, quindi, ad amare. «Il problema è tutto dentro la tua testa», le urla Luca, un non vedente incontrato per caso per le vie di una Genova intrecciata di rumori fuori scena che forse solo insconsciamente evocano i profumi di donna di Dino Risi e di Arpino. Cuniculi e budelli, gallerie e acquari si confondono con i meandri dell’anima, con i suoni ovattati di incubi e pensieri. Le scale (im)mobili, gli sguardi sospesi, le vetrine e gli specchi riflettono quel lasciarsi passare tutto addosso che impedisce a Francesca di liberare le sue urgenze. «Posso toccarti? Vorrei sentirti»: Francesca è spiazzata dai gesti semplici di Luca e fatica ad arginare le inondazioni di sensibilità. Fin dal nome della casa di produzione, la Apnea Film, Onde mostra il suo sudore amniotico e il suo (s)fondo subacqueo, cercando mondi possibili in cui tuffarsi senza farsi male. La regia di Fei è eticamente speculare ai contenuti del copione scritto assieme a Pierre Nosari con Federica Masin. Anita Caprioli sperimenta letteralmente sulla sua pelle la difficoltà della normalità intesa come ricerca di se stessi, di equilibri sanamente instabili. E Ignazio Oliva le sorregge il passo.
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