Regia di William Castle vedi scheda film
Debolissimo giallo che ripercorre, senza alcuno stimolo, strade già malamente battute da altre simili, fiacche e noiose "ripetizioni" di Psycho.
Rientrata a casa in anticipo, Lucy (Joan Crawford) scopre il marito in compagnia dell'amante. Colta da un improvviso raptus commette un brutale omicidio, facendo uso di un'accetta, sotto gli occhi atterriti della figlia Carol, piccola testimone costretta suo malgrado ad assistere alla violenta scena di decollamento. Vent'anni di sanatorio sembrano essere stati cura adeguata, perché sotto prescrizione dei medici l'assassina, ormai anziana, viene rimessa in libertà. Mentre Carol sta formalizzando una relazione con il suo ragazzo benestante, alla quale sembrano opporsi i genitori di lui, alcuni violenti delitti -culminanti con la decapitazione delle vittime- scatenano il panico attorno alle due famiglie... la soluzione sembrerebbe essere anche questa volta dietro una coppia e ad un probabile matrimonio.
Di nuovo Robert Bloch -penna in comune che lega i film in questa sede ricordati- sceneggia una pellicola diretta da William Castle che, dopo Homicidal, tenta di sfruttare nuovamente l'inatteso successo di Psycho rifacendolo quasi pari pari, salvo errori (e orrori) ed omissioni. Pur essendo Castle regista intelligente e (altrove) efficace qui, anche in presenza di un mostro sacro qual è la Crawford, l'artificiosa messa in scena fa il paio con una sceneggiatura scontatissima e banale, priva di qualunque risvolto interessante e, soprattutto, inadatta a creare un minimo di interesse attorno al whodunit (contrazione dall'inglese che significa "chi l'ha fatto" e utilizzata, in gergo cinematografico, per definire le pellicole nelle quali il volto dell'omicida viene svelato solo nelle sequenze finali).
La prevedibilità è una brutta cosa -soprattutto in un film che difetta anche sul piano spettacolare- e in 5 corpi senza testa chi possa essere l'assassino lo si intuisce fin dal primo tempo. Resta una bella fotografia e il blando tentativo di sconvolgere lo spettatore, con un paio di velocissime (quasi subliminali) scene dove le ombre alludono a cruenti fatti di sangue... ma l'effetto spavento viene azzerato dalla comicità che tali sequenze di decapitazione provocano: quando mai (non si dice nella realtà ma nella sua verosimile esibizione) teste amputate saltano all'aria come palloncini, senza una goccia di sangue e recise in tempi infinitesimali da una forza che non sia quella di Maciste?
Pur collocato nel 1964 il film è debolissimo, privo di ritmo e, soprattutto, per nulla coinvolgente. E purtroppo, insolitamente, nemmeno presenta le simpatiche trovate commerciali del regista, tipo annunci shock prima delle scene più significative o effetti reali applicati nelle sale di proiezione (effetto emergo o simili). Qui la definizione data al regista (Hitchcock dei poveri) calza a pennello, ci sta tutta con esatta pertinenza.
Disponibile nel catalogo Sinister, che lo propone al fianco di altri più interessanti titoli di Castle, in una fantastica (per qualità) edizione nel formato 1.85:1 e con traccia italiana originale dell'epoca, inaspettatamente pulita e chiara. Oltre al trailer, compone il vano extra una succinta (e fuori tema) presentazione di Cozzi per un film comunque da affiancare, non foss'altro per completezza da videoteca, ad altri ben più riusciti.
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