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Il grande silenzio

Regia di Sergio Corbucci vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il grande silenzio

di tafo
7 stelle

Il nichilismo dell'ultimo Tarantino abita qui dove il male vince sul bene.

Bene e male che si definiscono. In questo western buoni e cattivi non si affrontano mai a viso aperto, tra chi uccide le persone per soldi e chi uccide le persone che uccidono altre persone per vendetta, dovere o necessità non può esserci uno scontro leale. I cattivi sono furbi e sanno fare accordi con il potente di turno per diventare potenti anche loro e non gli interessa quello che le loro vittime hanno fatto, vogliono solo riscuotere la taglia sapendo che la legge glielo permette. I cattivi di Corbucci sono veramente cattivi e i buoni sono realmente buoni, le sfumature dei personaggi leoniani non esistono cosi come il sole e la polvere sono spazzati via dal freddo e la neve. I buoni sono ingenui, goffi quando provano a cavalcare nella neve morbida, credono nel sistema e usano la violenza solo come risorsa finale o legittima difesa. Silenzio è un pistolero che uccide i bounty-killer che , dopo avergli ucciso i genitori sotto gli occhi, per non farlo parlare gli tagliano la gola, agisce per vendetta estraendo per secondo e sparando sempre per primo, così facendo non può essere dichiarato fuorilegge. Tigrero è un bounty-killer che quando sta per estrarre per primo viene arrestato e  salvato dallo sceriffo che per dovere crede nella legge ma che finirà male come tutti i buoni. Il bene se non può reggere la sfida dialettica con il male tende a scomparire , nella diligenza verso Snow Hill tra i dialoghi fra Tigrero e lo sceriffo, ci dimentichiamo di Silenzio fra il sadismo pragmatico del biondo opposto al semplice rispetto della burocrazia del baffetto. L’empatia verso Silenzio non può esserci mentre Tigrero nel suo essere sgradevole esteticamente oltre che moralmente appare coerente sincero e centrale  fino in fondo nel film.   

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