Espandi menu
cerca
Il grande silenzio

Regia di Sergio Corbucci vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Baliverna

Baliverna

Iscritto dal 10 luglio 2009 Vai al suo profilo
  • Seguaci 103
  • Post 5
  • Recensioni 2148
  • Playlist 27
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Il grande silenzio

di Baliverna
6 stelle

Finalmente ho visto questo western famoso ma che circola poco, e che aspettavo da anni. Tuttavia è stata una parziale delusione. E' un film molto violento, e cinico nel rappresentare i personaggi, che sono quasi tutti molto negativi. Corbucci, anche cosceneggiatore, rappresenta un mondo dove regna l'odio, la vendetta, la corruzione, la morte, e il crimine. La punta negativa è forse il personaggio di Klaus Kinski, che interpreta un cacciatore di taglie sadico, e odioso per lo spettatore soprattutto per quella parlata zuccherosa e fintamente buona. Ma negativi sono tutti, tranne Silenzio. La vecchia che sputa sul cadavere di chi le ha ucciso il figlio è una scena emblematica in questo senso. Il pessimismo che comunica il film e la violenza che lo pervade superano anche quelli del modello di riferimento e padre del western all'italiana, cioè Sergio Leone. Sarebbe a questo proposito interessante contare i morti ammazzati a sangue freddo dei primi venti minuti di film (4, 6?). Non mancano altre scene violente, e persino un dito mozzato.
Di buono il film ha l'ambientazione suggestiva e originale, le belle musiche di Morricone e un'atmosfera rarefatta che può dirsi riuscita. Posso anche dire che in generale la regia sia buona. Insomma, le capacità c'erano: perché dunque rappresentare un mondo infernale fino alla sgradevolezza, senza sfaccettature, ed enfatizzare in tal modo la violenza? Oltre che per rincorrere i gusti del pubblico, ciò può derivare dall'intenzione di rappresentare in chiave più negativa possibile la storia degli Stati Uniti, per evidenti fini politici rivolti al presente. Si possono inoltre ravvisare infiltrazioni politiche nei dialoghi con Tigrero (Kinski). Del resto siamo nel 1968, ed era quasi impossibile girare una pellicola dove la poltica non c'entrasse per niente, e neppure si voleva farlo. In ogni caso, è un film crudo che si riceve come un pugno nello stomaco. Chissà che il sorgere dei western di Bud Spencer e Terence Hill pochi anni dopo non sia stata una reazione verso la deriva violenta e cinica del western serio. A guardarli con attenzione, la coppia spaccatutto avrebbe preso in giro proprio film come questo.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati