Regia di Sergio Corbucci vedi scheda film
Un autentico cult movie per tutti gli amanti dello spaghetti western, ma andrebbe apprezzato (e conosciuto) non solo da loro. Celebre per tre motivi: il desolato scenario innevato, la negazione dell'happy end e la colonna sonora di Morricone. Stilizzato, negativo, figlio dell'anno in cui è stato girato (il '68) e antitesi massima del western all'americana in tutte le sue forme (a cominciare dall'ambientazione e terminando con l'apparente simpatetico sguardo sull'antieroe), "Il Grande Silenzio" assume valide connotazioni atipiche rigettando le burinate e smargiassate classiche del (sotto)genere. Indimenticabili le cavalcate su un manto di neve alto un metro, lo spettrale passaggio della diligenza nella tormenta e la "gestione" e trattamento riservati ai "trofei di caccia".
C'era da aspettarselo: viscido, sogghignante, spietato, sleale, ogni caratteristica ne esalta la presenza. O forse è il contrario?
Non l'attore che t'aspetti nel ruolo del pistolero, ma ha il fascino ed il 'mood' che occorrono.
Crea quasi il negativo di "Django" riuscendo a sposare "filosofie" del tempo ed elementi inusuali con una ripresa non certo facile in località così impervie. Il risultato lo premia.
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