Regia di Kirk Jones vedi scheda film
Una favoletta piacevole e deliziosa, sebbene di originale abbia ben poco. Chiaramente ispirata a “Mary Poppins” e a “Tutti insieme appassionatamente”, incanta gli spettatori con le sue splendide scenografie, delle buone musiche e una trama avvincente e ben sviluppata, che dosa con classe ed eleganza fantasia, romanticismo e umorismo. I suoi accenni onirici sembrano un tributo alla mente visionaria di Tim Burton.
La narrazione è candida e allettante, lascia trasparire la magia della storia, che ruota attorno allo stereotipo di alcuni ragazzini orfani di madre, che sentendosi trascurati dal padre, si comportano in modo così odioso e irrequieto da far scappare tutte le tate che provano a prendersi cura di loro. Soltanto Tata Matilda, che in questo caso si presenta come una versione imbruttita di Mary Poppins, riuscirà a farli cambiare.
Anche il loro padre, il protagonista, cambierà imparando ad amare di nuovo (e nientepopodimeno che la giovane sguattera di casa), così il piatto si arricchisce con una love-story carina, seppure prevedibile, e con qualche vago richiamo al romanzo “Il ritratto di Dorian Gray” – Tata Matilda acquisisce minor bruttezza mano mano che i bambini che accudisce imparano delle lezioni di vita.
Buona la regia di Kirk Jones, sebbene abbia emulato un po' lo stile di Tim Burton.
Discreto il cast. Emma Thompson è convincente nel suo ruolo, ma un tantino monoespressiva. Colin Firth ha fatto una buona prova e Angela Lansbury è perfetta e tutto sommato simpatica nel ruolo della perfida zia Adelaide.
Un’opera in definitiva sobria, garbata e godibile, con una morale finale significativa e importante.
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