Regia di Roger Corman vedi scheda film
Sotto le mentite spoglie di un finto documentario, con tanto di nomi (veri), imprese e date di morte, Corman racconta romanzescamente, ma attenendosi per la maggior parte degli eventi alla realtà dei fatti, uno dei crimini più efferati nella vita di una città che, durante il periodo del proibizionismo, era diventata la capitale mondiale della malavita organizzata. La prima parte, che inquadra fatti e personaggi, è un po' più lenta, ma la seconda parte, soprattutto grazie ad un montaggio fatto con i fiocchi, è più che fluida. Il film sembra ispirarsi ai gangster movies degli anni Trenta, ma ci fa già respirare l'atmosfera degli anni Sessanta e Settanta, apparentandosi strettamente ad un prodotto coevo come "Gangster Story" di Penn. Jason Robards è un Al Capone più atletico e bello dell'originale, ma si fa apprezzare per la propria perizia professionale. George Seagal tratteggia discretamente un killer psicopatico.
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