Regia di John Ford vedi scheda film
L’ultimo capolavoro di John Ford e’ un magnifico e potente affresco sulla fine del Sogno Americano. E’ il suo film piu’ cupo, amaro, feroce: l’unico passaggio umoristico e’ l’intermezzo con James Stewart nei panni del “mitico” Wyatt Earp (uno dei tanti, malinconici momenti autoreferenziali del film). Solo colui che ha alimentato per anni tutti i Miti della Frontiera poteva smontarli con tanta lucidita’ e sdegno (e senza tracce di retorica o di manicheismo). Assieme al precedente “Liberty Valance” (ancora migliore di questo), “Il grande sentiero” e’ uno del capolavori del western revisionista, al pari di quelli di Peckinpah. Il West rappresentato da Ford in questa pellicola e’ spogliato di qualsiasi risvolto epico o romantico: resta la poesia, che qui si traduce in autentica pieta’ sia per la condizione del popolo indiano, sia per tutti quei bianchi dall’animo combattuto e dalla coscienza tormentata da rimorsi e sensi di colpa. E’ anche un Ford sarcastico, contro politici, stampa, istituzioni, rozzi allevatori, burocrazia…Grande respiro, grande maestria, grande cast, grande galleria di personaggi, grande profondita’ storica: grande film! Momento da ricordare: E.G.Robinson che si rivolge al quadro di Lincoln chiedendogli: “E tu, Abramo, cosa faresti in questa situazione?”. Da brividi
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