Regia di Roger Corman vedi scheda film
Non è male questo filmetto del regista dei pochi quattrini, ma certamente inferiore ai suoi horror. Mi pare che lo spunto fantastico – pure trattato bene – lasci presto il campo a numerose riflessioni sui rapporti umani, sul ruolo del potere, sul matrimonio, e sul futuro dell'umanità. Il personaggio del riccone sposato con la bella bionda viene parecchio messo alla berlina dall'avvocato, il quale gli rinfaccia che a nulla servono ora i soldi che ha accumulato (in modo peraltro non molto onesto), e gli contesta pure i diritti che accampa sulla moglie. Anche se prima che sparissero tutte le altre donne non le dava troppe attenzioni, il discorso dell'avvocato mi sembra molto discutibile e soprattutto interessato. La formosa consorte dell'ex-assistito piace infatti anche a lui, quindi non ha senso parlare di giustizia e di diritti, ma solo di desiderio. L'avvocato sembra essere il portavoce di regista e sceneggiatore, specie quando pronostica la fine dell'umanità e dichiara l'insensatezza di fare figli. Corman rivela in tal modo un non trascurabile pessimismo sull'uomo e sul suo futuro.
Le scene in cui il ricco picchia al volto l'avvocato hanno una certa dose di violenza, benché non scorra una goccia di sangue. Faccio notare anche che il combattimento dei galli all'inizio è in fondo una metafora della trama del film.
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