Regia di Roger Corman vedi scheda film
Come in "Dementia 13" (da lui prodotto) e ne "La vergine di cera", anche in questo film Roger Corman affida ad un'avvenente figura di donna il compito di rappresentare, dolorosamente, la caducità della vita umana. Questa volta, però, l'incubo da sconfiggere non è la morte, bensì il tramonto della giovinezza; e, diversamente dalle due opere citate, la proiezione della bellezza eterna non è una bambola, né un fantasma, bensì un'icona pubblicitaria. Una produttrice di cosmetici, giunta alla soglia della mezza età, impersona un mito faustiano al femminile, trasposto nella moderna società dell'immagine, dei consumi e della tecnologia, in cui il diavolo è lo scienziato che fa del proprio sapere un infame e pericoloso strumento di lucro.
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