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Inside Man

Regia di Spike Lee vedi scheda film

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Souther78

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La recensione su Inside Man

di Souther78
6 stelle

Spike Lee è Spike Lee. Quindi diamogli un voto alto per principio! E invece no, mi dispiace. Storia carina (all'inizio) ma che sa di già visto, finale inverosimile e a tratti incomprensibile, e denuncia sociale di maniera e di facciata che sottende o una grave ingenuità del regista, o una vera e propria malafede.

Anche alla seconda visione, non riesco proprio a farmelo piacere questo film. Molti significati reconditi, che, però, sembrano un po' troppo "cifrati", all'interno di stereotipi del genere (poliziesco) e della città. La storia non sta in piedi dall'inizio, ed è palesemente fuori tempo massimo: ma uno che si è arricchito con i nazisti, nel 2005 quanti anni dovrebbe avere? Diciamo 100? 95? Poi, onestamente: c'è un banchiere che non ha le mani sporche tra guerre, riciclaggi, traffici di armi, corruzione, etc. etc. etc.? Se il regista avesse voluto fare un film di denuncia reale e non generale/astratto/qualunquista, avrebbe potuto tranquillamente raccontarci dei banchieri Rothschild e Rockefeller e dei loro legami con il nazismo. Questo sì che sarebbe stato utile e interessante. Ora, se Spike Lee voleva parlare di loro, il messaggio non è arrivato a quanto pare.

 

Ma, quand'anche il messaggio fosse nobile e finemente esposto mediante metafore, anche la trama richiederebbe un po' di credibilità: chi sono questi? Perchè fanno tutto ciò che fanno? E, alla fine, il protagonista è colluso o non lo è?

 

Francamente imbarazzante il dialogo tra poliziotto e banchiere, con il primo che chiede compiaciuto se i "personaggi" che sostengono il banchiere lo farebbero ugualmente una volta a conoscenza di certi altarini.... Ma siamo seri! Ma Spike Lee vive in un mondo di fantasia in cui i potenti sono persone specchiate che rabbrividiscono per azioni immorali? Forse Spike Lee dovrebbe quindi studiarsi un po' il pedosatanismo, i legami tra potenti del mondo, le parentele occulte dei presidenti americani, le origini tedesche e filonaziste dei regnanti britannici, le speculazioni, attraverso big pharma, di tutti questi personaggi (a partire da Bill Gates), che nonostante tutto continuano a pagare multe e subire condanne penali in tutto il mondo per miliardi di dollari, per truffe, corruzione, e vari reati contro la salute pubblica.

 

In tutta onestà, considerare questo come un film di denuncia e critica sociale equivale a ritenere Abbronzatissimi 2 un'opera filosofica. 

 

Se vogliamo parlare del film come poliziesco, si può serenamente dire che il finale affloscia tutto il resto, sgonfiando delle premesse che parevano assai più promettenti. Purtroppo i cast "stellare" non si fa apprezzare granchè: Willem Defoe potevano anche non mettercelo, per il ruolino che gli hanno affibbiato. Jodie Foster, idem come sopra. Clive Owen, nella versione italiana è doppiato e non si vede in faccia per il 90% del film.... difficile poterne apprezzare le doti attoriali. Sempre in tema di doppiaggi, del tutto sbagliato il "pulito" per tradurre l'americano "clear" ("libero").

 

In conclusione, mi sembra che se lo stesso film fosse stato realizzato da John Doe, si sarebbe preso probabilmente un 6 stiracchiato, con i complimenti per una buona idea di partenza, realizzata e finalizzata male, e per un'opera che lascia quel retrogusto di dejà vù che non se ne va più.

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