Regia di Elvira Notari vedi scheda film
Un film su Napoli e le sue passioni, spesso estreme. Le sequenze collettive dalle sfilate di carrozze,alla festa della Madonna del Carmine con la mensa dei poveri, il mercato e i fuochi artificiali sono di una forza espressiva attualissima. Cento anni fa ma sembra ieri. La versione visionabile su Wikipedia è di 62'.
Opera della prima e prolifica regista italiana Elvira Notari, il lungometraggio È piccerella(1922), ispirato nel titolo e parzialmente nella vicenda ad una canzone del noto musicista napoletano Salvatore Gambardella, narra l’amore funesto di Tore per la giovane Margaretella che innamorati tanti ne aveva già avuti e tanti ne aveva lasciati. Pur di legarla a sé Tore, con regali sempre più costosi, rovina economicamente anche la propria famiglia. Il tutto finirà in tragedia con il ferimento di Tore in un duello di coltello e pistola con un altro pretendente, la morte di sua madre ridotta in miseria e, ormai abbandonato dalla piccerella, la sua uccisione della giovane ammaliatrice. La scena finale ci mostra Tore in carcere in preda ai suoi incubi di un amore malato.
Al di là della vicenda melodrammatica il film ci dà uno spaccato efficacissimo della vita collettiva napoletana: la sfilata tra due ali di folla delle carrozze e delle prime autovetture di ritorno dal pellegrinaggio delle giovani ragazze accompagnate dai familiari dal Santuario di Montevergine, i pranzi d’obbligo in trattoria dopo il digiuno per il pellegrinaggio, la vita nei bar e i balli nei ristoranti, la festa di Santa Maria del Carmine con l’affollamento al mercato, l’addobbo dei balconi delle case patrizie, la folla che assiste partecipe alla fantasmagoria dei fuochi d’artificio.
Il film, come altri della Notari, ebbe notevole successo sia in Italia che tra gli emigrati negli Stati Uniti che potevano ritrovarvi una rappresentazione veritiera della vita in madrepatria. Il film è in sostanza una carrellata delle passioni, spesso estreme, dei napoletani rappresentate anche in modo crudo come nel duello o nella uccisione di Margaretella. Il critico Yann Esvan nel suo commento su E Muto Fu ne intravede una anticipazione del neorealismo:
“… è proprio questa caratteristica [la crudezza e i comportamenti esasperati] a far emergere il cinema della Notari rispetto ai suoi contemporanei, che diventa un primo passaggio verso quel cinema neorealista che prenderà forma solo nel dopoguerra. Se per noi, quindi, il cinema della Notari è ricco di spunti ed interessi, non era invece così amato dal regime, che appena possibile cercò di sostituire questa Napoli ferina ad una raggiante e priva di ombre come in Vedi Napule e po’ mori di Perego (1928) … . Un’altra caratteristica dei film della Notari è l’attenzione al folklore locale, con la presenza di tante processioni e feste patronali, ma anche quella di variare molto la lingua delle didascalie che spazia dall’aulico al napoletano”.
È piccerella è visionabile integralmente <qui>.
Estratto da: https://fractaliaspei.wordpress.com/2022/12/15/marcia-su-roma-di-mark-cousins-decostruzione-di-un-mito/
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