Regia di Miklós Jancsó vedi scheda film
Le coccarde rosse sui petti e sulle mani dei contadini di "Salmo rosso" nascono dal sangue versato per la rivoluzione, una rivoluzione che non si realizza subito, ma che è come il seme gettato nel campo: non darà frutti a chi l'ha seminato, ma fiorirà per le generazioni successive. I movimenti avvolgenti, che compongono i lunghi piani sequenza di Jancsò, compongono un lungo ballo, sottolineato da canti popolari e rivoluzionari (c'è una versione magiara della "Marsigliese"), che simboleggia - credo - il fluire inarrestabile della storia, attraverso la presa di coscienza del proletariato, fino al trionfo della rivoluzione, come testimonia la ragazza che risorge e fa strage di soldati. Un film notevole, forse non per tutti i palati, ma che stimola la mente e gli occhi.
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