Regia di Albert Lewin vedi scheda film
Una cantante di night, contesa fra un corridore automobilistico e un torero che sembrano i campioni del più ottuso machismo, si sente attratta dal misterioso proprietario di uno yacht deserto: l’uomo si rivela essere l’olandese volante (che hanno pensato bene di eliminare dal titolo italiano, forse perché la cosa sembrava troppo stravagante), condannato a navigare in eterno a motivo della sua blasfemia; sul suo mito, nella versione presentata dal film, si innestano quelli di Otello (che uccise la moglie per una gelosia infondata) e di Alcesti (che sacrificò la propria vita per la salvezza del marito). Melodramma fiammeggiante, delirante e kitsch: non è il mio genere, ma gli va riconosciuto lo sprezzo del ridicolo e il coraggio di andare fino in fondo. Come il successivo La contessa scalza, è soprattutto un tributo alla fulgida bellezza di Ava Gardner: femme fatale indolente e amorale, che adopera gli uomini come il kleenex (all’inizio ne vediamo uno suicidarsi freddamente dopo essere stato rifiutato da lei) ma che alla fine conosce il vero amore e ne accetta le estreme conseguenze.
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