Regia di William Wyler vedi scheda film
William Wyler, ricordato in particolar modo per le superproduzioni, Il grande paese e Ben Hur sono scolpiti nella memoria di tutti, torna invece con questo film ad un contesto estremamente intimo o più propriamente claustrofobico. Colpisce in particolar modo il senso di inquietudine che traspare per tutta la trama che ha per protagonista il giovane Freddie, personaggio eponimo che appunto colleziona farfalle. Nullafacente ed isolato da tutti (si è arricchito tramite una vincita ad una lotteria e si è ritirato in una grande casa nella campagna inglese) Freddie è un personaggio incapace di socializzare, apprendiamo infatti che veniva vilipeso dai colleghi quando lavorava presso un istituto di credito. Tuttavia egli si innamora di una studentessa di arte, Miranda, che decide quindi di rapire e tenere segregata presso la grande taverna della sua dimora. Il rapporto tra i due è sempre sul filo del rasoio: Miranda, una volta appreso che il suo rapitore non ha mire di denaro né sessuali, negozia (o almeno crede di averlo fatto) un patto, secondo il quale entro un mese Freddy la rimetterà in libertà. L'instabilità mentale del giovane si fa sempre più evidente ed il rapporto tra i due si evolve in tentativi di fuga da parte di Miranda alternati a momenti in cui cerca di assecondare il giovane al fine di fargli abbassare la guardia e riucire a fuggire. Tuttativa, tardivamente Miranda comprende che Freddie non rispetterà il patto, lei anzi entrerà a far parte della sua collezione, proprio come le farfalle che lui tiene conservate chirurgicamente. Per questo motivo Miranda prova a tentare il tutto per tutto con un approccio sessuale esplicito che però provoca una reazione ancor più feroce e delusa da parte di Freddie che quindi perde interesse per la propria "preda". In un ultimo disperato tentativo di fuga Miranda ferisce Freddie che però riesce di nuovo a trascinarla nella cantina, prima di recarsi in un ospedale, distruggendo involontariamente la stufa che riscaldava l'ambiente. Miranda muore a causa del freddo e dell'assenza di cure (Freddie non chiama un medico in quanto si sarebbe quindi qutodenunciato). Tuttavia il giovane una volta seppellito il corpo si sente giustificato di quanto ha fatto e, anzi, ritiene colpevole la giovane vittima, troppo altezzosa a suo avviso. L'agghiacciante sequenza finale vede Freddie che inizia a seguire una giovane infermiera che lo ha curato, proprio con lo stesso proposito per cui aveva iniziato a seguire Miranda. Con questa vicenda Wyler sembra delineare un suo personale Norman Bates (il protagonista di Psyco di Hitchcock), entrambi vivono isolati, entrambi hanno difficoltà a rapportarsi con gli altri (le donne in primis), al posto della tassidermia che appassionava Bates qui abbiamo le collezioni di farfalle, collezioni che imputano l'uccisione degli esemplari per puro "egoismo" come farà rilevare Miranda. Altrettanto interessanti i dialoghi tra i protagonisti: sempre sull'orlo di uno scontro, con Freddie costantemente timoroso di venire assecondato in quanto considerato un "minorato" o incapace di avere un approccio minimamente filosofico verso l'arte: reputa il Giovane Holden un pessimo libro così come non riesce a capacitarsi di come si possa apprezzare Picasso. L'assenza di un qualunque lieto fine offre ancora più forza a questa pellicola che non risulta per niente invecchiata ma, anzi, molto dura e inquietante.
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