Regia di Claudio Gora vedi scheda film
Da un paesino abruzzese Rosina si trasferisce a Roma per fare la governante. Finisce in casa di una donna avida e falsa, con un giovane nipote arrogante che seduce e maltratta la povera Rosina. Il cui fidanzato, naturalmente, non la prende bene.
Claudio Gora è senz’altro maggiormente noto come attore, ma ha portato avanti una carriera registica in parallelo a quella da interprete, licenziando ben nove pellicole in oltre vent’anni, dal 1950 al 1972 di questa Rosina Fumo va in città… per farsi il corredo, ultima sua regia. A dispetto del titolo contenente quei puntini pruriginosi di sospensione, non si tratta di una commedia scollacciata; nonostante il classico luogo comune della brava ragazza di paese che si trasferisce nella Capitale, inoltre, la sceneggiatura dello stesso Gora non prevede facili macchiette regionaliste basate su accenti marcati e modi di dire pacchiani, né cartoline romane come di prassi per questo tipo di film. Rosina Fumo (etc.) è invece un dramma giocato sulla psicologia fragile della protagonista, con qualche accento leggero ma mai spudoratamente comico, e un chiaro, drastico atteggiamento di denuncia sociale, nei confronti di un classismo tutt’altro che estinto nel Belpaese contemporaneo. Gora si ritaglia anche un piccolo ruolo, mentre quelli principali sono affidati a Ewa Aulin, Hiram Keller, Fiona Florence e Lia Zoppelli, con parti marginali anche per Dina Sassoli, Franca Gonella e Roberto Lande. Un film dai toni diretti, impostato a una riflessione – se si vuole – femminista e progressista; non male per un prodottino evidentemente non troppo sfarzoso e con qualche licenziosità nei dialoghi e nelle immagini (nudi, ma nulla di eccessivo) presumibilmente dettata dal botteghino. 3,5/10.
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