Regia di Claudio Gora vedi scheda film
Daniele ha 16 anni quando si ritrova di colpo orfano, durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale. Si unisce così a un gruppo di giovani sbandati o semplicemente sfortunati, tra i quali c'è anche Giulia, malata di tubercolosi.
Il romanzo all'origine di questo film è di Giuseppe Berto, omonimo; con una sceneggiatura firmata da Cesare Zavattini, Leopoldo Trieste, Claudio Gora (che è anche il regista dell'opera) e Giuseppe Santilli, ecco che approda sullo schermo Il cielo è rosso, una storia di disperazione, rassegnazione, angoscia e... speranza. Sì, perché a dispetto di una trama costellata di fattori negativi, sostanzialmente la pellicola lascia aperto uno spiraglio ottimistico nella sua conclusione, andando così a suggerire idealmente le atmosfere per il di poco successivo filone del cosiddetto neorealismo rosa, al termine di una struttura narrativa con ogni evidenza impostata in chiave neorealista propriamente detta, con tanto di interpreti giovanissimi e sconosciuti al centro del cast. A proposito di quest'ultimo dettaglio, vale la pena ricordare che tra gli attori di questa pellicola compaiono Mischa Auer, Giuditta Rità e Anna Maria Ferrero, tutti all'esordio sul set (ma una dei tre proseguirà con successo la sua carriera nel cinema), nonché Marina Berti, Jacques Sernas, Amedeo Trilli e Lauro Gazzolo. Una narrazione solida e una storia psicologicamente ben rifinita sono i punti di forza del lavoro, senza dimenticare il valido mestiere di un attore 'prestato' alla macchina da presa come Gora, qui alla sua opera prima, ma che in realtà seppe lasciare interessanti tracce registiche come già questo Il cielo è rosso. 6/10.
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