Regia di Federico Fellini vedi scheda film
Le immagini di questo film sembra quasi che galleggino. sono leggere, eteree, incorporee. sembra che tutto ci passi davanti agli occhi ma senza fretta, ogni cosa con il suo tempo. e Fellini crea un paesino, sul mare, con il grand hotel, con le stagioni che passano e segnano la vita, un paesino che diventa un luogo metafisico, il luogo della memoria. E ci sono i ricordi di scuola, con quella magnifica caratterizzazione di tutti i professori, ci sono le fantasie erotiche del regista e quelle che io credo siano le fantasie sessuali di ogni adolescente. c'è una bellessima e poetica ode alla masturbazione. ci sono i culi delle contadine e della statuta, ci sono le tette delle tabaccaia e la lingua della Volpina, ma tutto è così delicato e emozionante che ti lasci andare, ti lasci trasportare e come in un sogno le immagini cambiano senza un senso, così come vogliono. e Fellini alterna momenti di vita, come la scuola, la famiglia, il fascismo a momenti di pura visione. Come l' incontro tra la Gradisca e il principe o la scena delle mogli del sultano, ma anche la faccia del duce che parla sembra il frutto di una allucinazione. I personaggi del film sono delle vere e proprie maschere di quello che è un teatro della memoria. e poi c'è la musica che contribuisce con la sua allegria e fantasia a dar ancora più poeticità all' immagine. E ci sono Ciccio Ingrassia e Alvaro Vitali che sono così bravi e allucinati che mi sembra veramente uno spreco ciò che hanno fatto della loro bravura e sensibilità. Fellini ricorda e io mi perdo tra i suoi ricordi. mi perdo e rido. mi perdo e mi commuovo. un tempo dilatato, infinito. Beh, mi riesce proprio difficile parlare di questo film, perchè non è forse un film di cui parlare. Quando le immagini ti rimangono dentro è forse superfluo cercare di trasformarle in parole. Perciò fine dei miei pensieri. che come sempre vagano, vagano VAGANO!
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