Regia di Edgar G. Ulmer vedi scheda film
Nella Napoli di fine Settecento capitan Scirocco, un uomo mascherato, guida il popolo alla rivolta contro i Borboni; per amore l'eroe sotto mentite spoglie rivela la sua identità: è l'insospettabile conte di Amalfi. Riuscirà a far capitolare la regina Carolina senza spargimenti di sangue, e a conquistare il cuore dell'amata.
Poche pretese e assolutamente soddisfatte: I pirati di Capri è il più classico dei cappa & spada dell'epoca, tra avventura, ritmo, azione e buoni sentimenti, con la solita sottotrama rosa e, naturalmente, il tutto a beneficio di un inevitabile e palese lieto fine. L'espediente è quello dell'eroe mascherato, difensore del popolo dietro al quale si nasconde una figura insospettabile – si intende: insospettabile per tutti, tranne che per gli spettatori del film, a cui molto presto il mistero viene svelato. Stupisce che, nonostante il cast artistico e quello tecnico siano a netta prevalenza di cognomi italiani, dietro la macchina da presa venga accreditato l'austriaco Edgar G. Ulmer; a dirla tutta pare comunque che il vero regista dell'opera sia Giuseppe Maria Scotese, buon mestierante che all'epoca stava facendosi le ossa. Massimo Serato, Louis Hayward, Mariella Lotti, Binnie Barnes, Eleonora Rossi Drago, Franca Marzi, Alan Curtis e Mikhail Rasumny sono gli interpreti centrali; come si può facilmente dedurre, si tratta di una coproduzione italoamericana, che reca oltretutto sul copione le firme di Golfiero Colonna, Giorgio Moser e Bruno Valeri (adattamento) e di Sidney Alexander (sceneggiatura). La narrazione è spedita, la storia densa di avvenimenti ma sufficientemente lineare nell'andamento, gli attori validi: tralasciando i dettagli pseudostorici e prendendo la pellicola come puro e semplice intrattenimento, non si può dire che essa non faccia il suo dovere. 3,5/10.
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