Regia di Ida Lupino vedi scheda film
"Vi è sempre andata bene, per questo vi siete rammolliti. Quando mi hanno messo al mondo i miei genitori mi hanno guardato in faccia e mi hanno detto:"Togliti di torno"".
Un geometra ed un meccanico entrambi ostaggio di un criminale. Due mondi diversissimi che si guardano da lontano senza toccarsi mai come due rette parallele.
Un killer con un occhio offeso, che non si chiude mai, neanche per dormire. Un brutto affare per due uomini ordinari che si concedono qualche bugia di troppo per ravvivare la loro mediocrità. E così il destino li punirà, mettendo sulla loro strada un assassino in fuga.
Ida Lupino non ha in mente sfumature per i suoi personaggi, buoni e cattivi sono identificabili da subito, e non ci saranno capovolgimenti morali durante il film, nessuna evoluzione.
Passati 7 anni da "Una pallottola per Roy" la regista omaggia il capolavoro di Wash a cui lei stessa prese parte (uno dei tre personaggi si chiama proprio Roy) aggiornando il tema del criminale in fuga in un contesto tutto virato al maschile; questo è, per un film di quasi settant'anni, un elemento significativo se pensiamo che nessuna donna in quel biennio (40-60) si era mai messa in cabina di regia girando un noir, genere che impone una figura femminile di solito fatale ed ambigua, e che qui invece manca totalmente.
Film essenziale, quasi scarno nella trama e lineare nello sviluppo , fa della tensione il proprio baluardo. Interessante l'uso della luce che la regista usa come strumento narrativo atto ad incrementare l'ansia durante buona parte della visione( in particolare nell'incipit e nell'epilogo).
Senza nulla togliere a William Tallman , che offre una buonissima prova nei panni della belva dell'autostrada , con Bogart sarebbe stato un altra cosa.
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