Regia di Ida Lupino vedi scheda film
E' un film girato con pochissimi mezzi ma con molta intelligenza e conoscenza del mestiere, sicché non gli manca proprio nulla, e anzi fa sfigurare altri film ad alto budget ma bassa capacità. La tensione rimane costante sin quasi dall'inizio, perché la Lupino sa come costruirla e mantenerla viva: le inquadrature, la recitazione degli attori, la trama. Un'altra carta vincente del film sono secondo me i personaggi. Non tanto il crudele evaso, figura non nuova nei film di quegli anni, ma i due uomini che finiscono per diventare sue vittime. Non si tratta della solita coppietta in viaggio di piacere, ma di due amici che vanno a pescare senza le mogli e che non sono certo uomini dalla condotta di vita esemplare: bugie alle famiglie, molti ricordi di altre donne, l'idea di spassarsela in qualche night-club messicano, il grilletto facile, e un'ambiguità di fondo (soprattutto grazie alla recitazione dei due attori) che non se ne va mai. L'evaso, dal canto suo, a parte qualche nota su un'infanzia difficile, non ha molte giustificazioni e attenuanti per una condotta che non è di autodifesa o anche egoistica: si può anzi parlare di spietatezza e persino di sadismo.
L'ambientazione nel deserto - che è anche l'unico scenario - è suggestiva e funzionale alla tensione: a parte qualche macchina della polizia in più verso la fine, è un ambiente vasto sì, ma anche senza nascondigli o possibilità di trovare aiuto come sarebbe una grande città. E' un piccolo film da riscoprire, di solido mestiere ma per nulla pretenzioso o esibizionista, che illustra quali siano le potenzialità del cinema e di chi lo sa usare.
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