Regia di Ida Lupino vedi scheda film
MUBI
"Credo che l'imputato abbia realmente amato entrambe queste donne. Forse non avrebbe potuto fare a meno di nessuna delle due. E ho la dolorosa impressione che ormai le abbia perse entrambe…"
Henry, un rappresentante di commercio sempre fuori casa per lavoro e sua moglie Eva non riescono a concepire un erede, e per questo si convincono ad iniziare una pratica di adozione.
Uno zelante addetto a tali pratiche si insospettisce su alcune circostanze inerenti la vita di Henry, fino al punto di scoprire che l'uomo in realtà fu già sposato con un'altra donna, conosciuta tempo addietro a Los Angeles in occasione di uno dei suoi molteplici viaggi d'affari.
Con costei, di nome Phillys, l'uomo concepì addirittura un bambino, prima di lasciarla.
Dopo la travolgente scoperta il film ci racconta le circostanze secondo le quali Henry, uomo peraltro sensibile ed onesto, fu indotto a sposare la donna, in un periodo in cui i frequenti viaggi fuori perimetro e la tensione per un rapporto matrimoniale ufficiale che non sfociava nella procreazione, l'uomo si era avvicinato alla donna, fino a renderla madre di un innocente.
Penultimo dei sette film di cui Ida Lupino curò la regia, divenendo una delle prime precursore donne in materia di direzione.
Proprio in questa veste, ancora più che in quella di attrice co-protagonista (assieme alla diva Joan Fontaine, la Lupino pone tutta l'energia in suo possesso per concentrarsi sui due antitetici ruoli femminili, che surclassano e mettono da parte in un certo senso il protagonista maschile (Edmund Gwen) entro cui verte il dilemma esistenziale e sentimentale di fondo, in capo ad un melò prodotto e girato con un budget assai limitato, ma forte di una narrazione strutturata in modo complesso tra flashback ben congegnati e una struttura melodrammatica che non si svilisce mai in sentieri eccessivamente zuccherosi e stucchevoli.
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