Regia di Ida Lupino vedi scheda film
La prima volta che sentii parlare di Ida Lupino fù quando vidi il viaggio nel cinema americano di Scorsese ( il quale la citava come una delle sue influenze artistiche), dopo la ritrovai nell'ultimo buscadero come madre di Junior Bonner. Qui la ritrovo come una delle due amanti di un piazzista il quale dalla prima moglie non può avere figli, mentre la seconda ( Ida Lupino) rimane incinta e quindi decide di sposarla. La vicenda si complica ancora quando la prima moglie decide di voler adottare un bambino. L'indagine svolta nella vita della coppia, per concedere meno l'adozione, mette a nudo la bigamia dell'uomo di cui viene narrata tutta la storia in flashback. Mi verrebbe da definirlo un noir familiare nel senso che non esita ad affiancare elementi psicologici ai risvolti sociali della storia. La necessità del responsabile per l'adozione di sapere e scoprire tutti i movimenti e le abitudini della coppia ( ma sopratutto del marito ) ci fanno alla fine scoprire un personaggio combattuto, che non accetta la scorciatoia del triangolo marito-moglie-amante, ma molto onestamente accetta le sue responsabilità. In definitiva un film degli anni cinquanta, diretto da una donna, che parla di un bigamo senza rifugiarsi nel comodo alibi delle relazioni extraconiugali, non può che essere apprezzato come esempio di un cinema coraggioso.
La traduzione oscena del titolo
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