Regia di Claude Chabrol vedi scheda film
Un cappellaio di mezz’età vive una tranquillissima vita in una piccola cittadina francese, lavora nel suo negozio col suo giovane aiutante e gioca a carte ogni pomeriggio coi suoi amici. In realtà nasconde più di quello che si possa immaginare. Chabrol porta sul grande schermo il romanzo di Simenon e lo fa in maniera ottimale, dirigendo bene una storia e una narrazione che, vista la psicologia del protagonista (interpretato da Michel Serrault, molto bravo), poteva scadere facilmente nella trashata e suscitare ilarità fuori luogo. Uno degli aspetti fondamentali dell’opera è da ricercare nel rapporto che c’è tra il cappellaio Labbè e il suo dirimpettaio, il sarto Kachoudas, che sa delle sue malefatte ma continua imperterrito a pedinarlo, creando un dualismo carnefica-vittima, forte-debole molto interessante, rendendo il film ancora più introspettivo e incentrato sulla psicologia più che sugli avvenimenti reali. Molto bello.
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