Regia di Wayne Wang vedi scheda film
Probabile che il film, se visto durante le festività di fine anno, scivoli giù meglio, ma fuori stagione è indigeribile. Ricoperto di zuccherosità natalizia a non finire, oltraggiosamente ottimista, "uplifting" come direbbero gli americani, "Last Holiday" prende troppo alla lettera il concetto che il cinema è sogno. Il suo messaggio è chiaro: solo quando hai toccato il fondo puoi risalire, solo quando ricevi una frustata puoi dare una svolta alla tua vita. Queen Latifah è una commessa di un grande magazzino che scopre di avere un tumore che le lascia poche settimane di vita. Il fatto che poi in realtà non lo abbia (si è trattato di un errore di diagnosi, come si scoprirà alla fine) è un particolare: la notizia ferale è la frustata che le permette di cambiare in meglio la sua esistenza. Infatti, se prima le va tutto male, poi le va tutto bene e così mentre riceve la notizia che è sana come un pesce, il suo principe azzurro le confida di ricambiare un sentimento d'amore. Manicheismo stucchevole. Invece di trasmettere positività e "joie de vivre" (a questo dovrebbe pensarci la presenza di Gérard Depardieu), è un film deprimente in questo suo ostentato sfarzo da quartieri alti. Non è finita qui: c'è una sottostoria demente nella quale Timothy Hutton è un sospettoso e antipaticissimo datore di lavoro. Wayne Wang è lontano anni luce da Smoke e Blue in the Face o forse è stato sostituito da un clone difettoso.
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