Regia di Wayne Wang vedi scheda film
Georgia Byrd (Queen Latifah) vive una vita piana e sin troppo tranquilla come venditrice di utensili da cucina in un grande magazzino di New Orleans. Le sue vere passioni, la cucina ed un forte sentimento per il suo collega Sean Matthews (LL Cool J), sono tenute chiuse tra le quattro mura della sua casa e segretate tra le pagine di un libro, il libro delle possibilità.
Tutto cambia quando a causa di una diagnosi che le prospetta poche settimane di vita, Georgia sarà costretta a vivere in tre settimane tutti gli anni non vissuti precedentemente. Questo la porterà nel cuore della vecchia Europa, nella Cortina della Repubblica Ceca, Karlovy Vary, città che ospita l’omonimo Festival del Cinema e che annovera tra le sue perle l’esclusivissimo Grand Hotel Pupp, in cui è stato girato gran parte del film.
Qui Georgia entrerà nelle simpatie del rinomato Chef Didier (Gerard Depardieu) conquistando successivamente l’alta società tra i quali il Senatore Dillings (Giancarlo Esposito) ed il membro del Congresso Stewart (Michael Nouri). L’unico che sembra resistere alla sua simpatica stravaganza e semplicità rimane l’imprenditore Kragen (Timothy Hutton), proprietario dei magazzini per cui Georgia lavora.
Trattandosi di una commedia, il resto della storia potete facilmente immaginarlo ed il lieto fine in cui tutti i tasselli tornano al loro posto, anzi meglio disposti che in partenza, è facilmente prevedibile con il famoso libro delle possibilità che si trasformerà in quello delle realtà. Una favola ad occhi aperti, proprio come quelle che ci leggevano le nostre nonne prima di andare a dormire, ma che trattandosi di cinema e quindi di racconto per immagini, nulla è lasciato allo sforzo creativo dello spettatore che anzi è viziato da una prevedibilità di situazioni che rasenta la noia.
Queen Latifah ha simpatia da vendere e la sua presenza sullo schermo è straripante tanto quanto la sua mole. Purtroppo manca ogni senso della misura, trasformandosi in una sorta di Eddie Murphy al femminile, non aiutata da un regista Wayne Wang che aveva fatto gridare al miracolo con il gioiellino Smoke per poi perdersi in sbiadite pellicole di maniera come Un amore a 5 stelle e Il mio amico a quattro zampe. Costruito per un pubblico adolescenziale capace ancora di sognare ad occhi aperti, L’ultima vacanza nulla aggiunge e nulla toglie a quella che era l’ex grande tradizione della commedia americana.
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