Regia di Nanni Moretti vedi scheda film
Film metacinematografico pieno zeppo di citazioni e gradevolissimi omaggi, a partire dai cammei di Virzì, Sorrentino e del critico cinematografico Tatti Sanguinetti per proseguire con una lunga serie di titoli di fantasia che richiamano gli amatissimi e perduti B-Movie italiani di un tempo.
Moretti traccia un doppio binario, quello dell'immaginazione cinematografica (offerta dalle pagine di una sceneggiatura da tramutare in film) e quello reale (in cui le difficoltà organizzative e produttive per la realizzazione di un film si scontrano con le problematiche della vita di tutti i giorni dei vari componenti del cast tecnico), per costruire un film che parla di politica senza però farsi prendere troppo la mano e sconfinare nella propaganda. Certo, il personaggio Berlusconi ha un ruolo fondamentale ed è, probabilmente, la ragione che sta alla base dell'opera, tuttavia, a mio avviso intelligentemente, Moretti confeziona un ottimo quadro che mostra al pubblico la realtà cinematografica contemporanea e quanto possa risultare difficoltoso, per un regista emergente (la brava Jasmine Trinca) e un produttore squattrinato di B-Movie di un tempo, tramutare in realtà una sceneggiatura coraggiosa e ambiziosa.
Dunque una pellicola che gioca su due livelli, quello realistico della vita di tutti i giorni e quello costituito dalla rappresentazione ideale delle sceneggiatura (che tratta l'ascesa al potere di Berlusconi). Finale apocalittico che suggerisce una sorta di colpo di stato con la magistratura decostituita dal potere politico che giunge a inneggiare la violenza del popolo per salvare la poltrona. Carino, ma a tratti troppo tendente al grottesco.
Silvio Orlando mi è parso, in più di una sequenza, una macchietta (si veda quando urla in modo isterico dietro agli attori che gli danno buca). Regia sufficiente, senza particolari invenzioni.
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