Regia di Luigi Capuano vedi scheda film
Carlo, un ragazzaccio, ruba dei soldi dalla cassa della ditta del padre, ma i sospetti convergono su Marco, fidanzato dell’altra figlia dell’uomo, Franca. La polizia indaga e nel frattempo avviene un secondo furto.
Un po’ poliziesco (alla buona, senza dubbio) e soprattutto melodramma (al quale Luigi Capuano e più in generale il cinema nostrano erano più avvezzi), Amaramente è una pellicola sufficientemente scorrevole, licenziata con una discreta dose di mestiere e potendo sfruttare un cast tecnico e artistico dalle comprovate qualità. Chiaro, di originale c’è ben poco o addirittura niente, ma il prodotto non ambisce a molto di più che a fornire un’ora e mezzo di svago in chiave drammatica, con contorno di canzonette e inevitabile lieto fine. Nella sceneggiatura di Vincenzo Talarico e dello stesso Capuano, tratta da un soggetto di Alberto D’Amario, c’è infatti spazio per più di un siparietto musicale, con brani rigorosamente napoletani; quello eponimo è di Renato Carosone; tra gli interpreti: Otello Toso, Emilio Pericoli, Lia Cancellieri, Carlo Tamberlani, Aldo Bufi Landi, Clara Bindi e Umberto Spadaro. Fotografia di Augusto Tiezzi, montaggio – per quanto non accreditata sui titoli di testa – di Jolanda Benvenuti, colonna sonora di Michele Cozzoli e scenografie di Alfredo Montori. Di memorabile c’è forse soltanto l’escalation finale, ma tutto il resto è ordinaria amministrazione. 3/10.
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