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Chuck & Buck

Regia di Miguel Arteta vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Chuck & Buck

di kotrab
6 stelle

Il film di Miguel Arteta, scritto e interpretato da Mike White, è un discreto esempio di commedia che sa ben calibrare sia umorismo che malinconie con un contenuto dignitoso e credibile incentrato sui temi dell'amicizia assoluta tra due ragazzi che diventa amore (con diverse sfumature di accettazione e/o consapevolezza), della maturità affettiva e psicologica, del confronto col passato e col futuro (oltre che col presente che ribolle e che necessita di azione), del rapporto con la vita e il mondo esterni, col prossimo e con se stessi, della disillusione e della "corruzione" dell'ingenuità.
M. White scrive una trama stratificata che gli consente una doppia messa in gioco e una riflessione (in senso tanto mentale quanto speculare) quasi "taumaturgica", creando una sceneggiatura nella sceneggiatura, uno spettacolo nello spettacolo (dove tra l'altro si gioca ulteriormente sull'andare e tornare indietro dal mondo dell'infanzia), un altro sé che diventa doppio a livello di finzione cinematografica, e triplo nella trasfigurazione dello spettacolo teatrale che non nasconde reminiscenze amletiche attenuate, il mezzo con cui vorrebbe riportare il suo amato Chuck/Charles (Chris Weitz; Chuck a sua volta ha il suo doppio nella somiglianza con l'attore teatrale - Paul Weitz - e il suo triplo sul palcoscenico) alla dimensione da cui si è staccato (sviandolo dalla scelta del matrimonio con una donna), vuoi per maturazione, vuoi per paura, vuoi per diversa personalità (e credo che tale sia la causa preponderante e definitiva, almeno in questo caso).
La sceneggiatura quindi offre con abilità un soggetto piuttosto sfaccettato e serio e personaggi abbastanza complessi - soprattutto Buck, con quell'aria mista di ingenuità, sincerità, follia, malinconia, serenità, impaccio, intelligenza che sembra ritardo mentale, fino all'inquietudine e alla morbosità innocua che pare nondimeno minacciosa e instabile - sotto una forma semplice, qualità che sono tuttavia non sostenute appieno da una regia solo attenta alla correttezza, alla professionalità di una immagine esteticamente media, senza guizzi espressivi e che rischia a volte di diventare piatta, seppur appunto guardabile. 6 1/2

Sulla colonna sonora

Canzonette irritanti e banali.

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