Regia di Richard Eyre vedi scheda film
Un esempio perfetto di quel particolare cinema "british" che, imperversato nelle sale dall'inizio degli anni 80, ti faceva sorridere con la mente ed il cuore. Erano (e qualche volta lo sono anche oggi) film analitici e talvolta spietati ma riuscivano a commuoverti senza truffare, con lucida sincerità. Tracce di Stephen Frears e di Ken Loach ma soprattutto la consapevolezza che, a differenza di questi suoi due illustri complici e colleghi, il grande Richard Eyre (suoi il bellissimo "L'ambizione di James Penfield" del 1983 e il recente "Diario di uno scandalo") rimarrà forse per sempre un autore troppo nascosto e (forse fortunatamente) poco celebrato.
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