Regia di John Sturges vedi scheda film
Un regista che operava nell'ambito del cinema di genere,è vero,ma che meriterebbe una riscoperta, o una riconsiderazione per come sapeva gestire storie e spettacolo,è John Sturges,responsabile di alcune pellicole di grande successo negli anni Cinquanta e Sessanta:sia "I magnifici sette",che "Sfida all'OK Corral",questo "Great Escape",ma non dimenticherei nemmeno "Giorno maledetto" con l'eroe menomato di un braccio Spencer Tracy,sono film di intrattenimento con una componente umanistica di valore,e con personaggi,a parte qualche ingenuità obbligata,ben costruiti."La grande fuga" ,ispirato ad una storia vera,è un meccanismo spettacolare che raggiunge quasi le tre ore di durata,e presenta molti personaggi alle prese con un'impresa epica come una grande evasione da un campo di prigionia per ufficiali tedesco in Germania.Si dirà che l'atmosfera del lager assomiglia anche troppo,specialmente nella prima parte a quella de"Gli eroi di Hogan",serie brillante televisiva di analoga materia,e che forse c'è una parte iniziale troppo lunga,però il film ,a quarant'anni dalla sua uscita,risulta sempre avvincente:e c'è da complimentarsi con sceneggiatori e regista per aver saputo creare dei caratteri così definiti,e sfaccettati, e una trama che suddivide la pellicola in tre spezzoni.Il primo riguarda la prigionia e i preparativi degli uomini per scappare,il secondo l'evasione vera e propria,il terzo le conseguenze,e i destini dei fuggitivi,che ,ed è un vanto del film,verosimilmente finiscono quasi tutti uccisi ,salvo qualche elemento.Indimenticabile la corsa in moto del'individualista ma generoso Steve McQueen inseguito da decine di soldati tedeschi:e nei momenti in cui gli evasi sembrano aver trovato la salvezza,tutti,il film fa percepire la ricerca della libertà come bene necessario per ognuno.
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