Regia di Lawrence Kasdan vedi scheda film
Il grande freddo, ovvero "il mondo è gelido là fuori, a volte credo di essere diventata anch'io un ghiacciolo". Oppure, l'amara dolcezza della vita (e della morte). Gruppo di amici in un interno. Compagni di scuola divisi dal tempo che passa. Strade diverse intraprese con l'ambizione di realizzare un sogno. Qualcuno si rivede, qualcuno si innamora, qualcuno muore. Ed è proprio il funerale del vecchio amico Alex, che ha deciso di farla finita, l'occasione in cui sette ex compagni (assieme alla compagna del defunto) si riuniscono nella casa di due di loro, ormai sposati. Tra ricordi, bilanci, risate e nostalgie trascorrono un week end agrodolce.
E dolce ed amara è questa bella commedia scritta e diretta con passione da Lawrence Kasdan, che chiama a rapporto i migliori talenti della sua generazione per dar nuova linfa ad un genere che sarebbe di lì a poco esploso: il film-bilanciogenerazionale. Qui c'è una generazione che ha frequentato le istituzioni scolastiche degli anni sessanta, tra la passione politica che divampava con i suoi ideali affascinanti e l'amicizia vissuta nel modo assoluto di coloro convinti dell'impossibilità del distacco. Generazione che, nei primi anni ottanta, si trova tra i trenta e i trentacinque anni alle prese con un risultato esistenziale in sostanziale negazione delle battaglie giovanili ("chi avrebbe detto che noi avremmo fatto i soldi, noi contestatori?"). Una crisi ideologica e sentimentale, che induce i protagonisti a cercare di appigliarsi al ricordo del passato pur di non interpretare realmente la verità del proprio presente.
Tutte queste sensazioni emergono da un ritratto certamente furbo ma naturalmente sincero che parte da una morte come evento catalizzante e disarmante, per giungere ad una conclusione rassicurante ma anche un po' amara (cosa resta di quei tre giorni?). Sceneggiatura da manuale e battute da antologia. Merito anche di un cast al massimo del fulgore, nel quale, pur tutti da applausi a scena aperta, spiccano gli ottimi William Hurt (il reduce di guerra Nick, che forse non è mai tornato dalla guerra) e Glenn Close (Sarah, la dolce e malinconica moglie del leader Kevin Kline). Tom Berenger è J. T. Lancer, un'evidente parodia di Tom Selleck e Magnum P.I.. La scena capitale sta nel principio, quella del cuore è con You make me feel. Colonna sonora pazzesca e seminale.
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