Regia di Isabel Coixet vedi scheda film
Ci sono molti motivi per rintanarsi su una piattaforma petrolifera: c’è chi lo fa per studiare l’ecosistema, come Martin, oceanografo. Chi per dimenticare di aver tradito un amico, come Josef. Chi, come Simon, cuoco sopraffino, per paura di affrontare la terra. Chi con la scusa di prendersi cura di un malato, come Hanna, per dimenticare se stessa e le violenze subite durante una guerra di cui più nessuno si ricorda, quella dei Balcani (il film è dedicato alla fondatrice dell’Irct, organizzazione per la riabilitazione delle vittime della tortura). Isabel Coixet ha uno sguardo profondo e un’ironia feroce. «Ammazzare il tempo prima che il tempo ammazzi te. È tutto qui?». Curiosamente non in Concorso ma in Orizzonti a Venezia 2005, un dramma trattenuto eppure naif (un’oca bianca a bordo, due marinai amanti che inscenano un dimesso karaoke). In cui tutto fila a meraviglia fino alla rivelazione, gratuita e ridondante, delle cause del dolore di lei. E al finale eccessivamente esplicativo. Fino ad allora è un miracoloso film di recitazione – impressionante la fermezza della Polley – impreziosito da una colonna sonora che mette insieme Paolo Conte, Tom Waits e Antony and the Johnsons. In difficile equilibrio, come i titoli di testa fatti di parole evanescenti e pulsanti. Dure da esprimere, tenute dentro a fatica.
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