Regia di Isabel Coixet vedi scheda film
Un tecnico rimasto gravemente ustionato durante un incidente in una piattaforma petrolifera, un’operaia (ma con diploma da infermiera) costretta a prendersi un mese di ferie: due solitudini che sembrano fatte apposta per incontrarsi, nonostante la sgradevolezza che lui ostenta all’inizio. Il film procede fra alti e bassi: comincia bene, va ammosciandosi nella parte centrale, si innalza (anche se in modo un po’ ricattatorio) quando vengono rivelati i traumi passati dei due protagonisti, delude parecchio nel finale; se si voleva andare in quella direzione bisognava scegliere due interpreti che fossero credibili come coppia, non Tim Robbins e Sarah Polley che sembrano piuttosto padre e figlia (vent’anni di differenza, ma con quella faccia da bambina lei sembra ancora più giovane). Considerando anche il precedente Le cose che non ti ho mai detto (sempre di parole si tratta...) si ha l’impressione che la regista Isabel Coixet si muova bene finché si limita a raccontare storie di dolente, quasi scarnificato minimalismo; ma le grandi tragedie storiche sembrano fuori dalla sua portata.
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