Regia di Sidney Lumet vedi scheda film
Una storia vera. Il boss italo-americano Jackie DiNorscio (un sorprendente Vin Diesel), già in galera con una pena di trent’anni per droga, viene accusato di associazione mafiosa assieme all’intera “famiglia”. Definita la giuria presieduta da un giudice liberal, decide di difendersi da solo, creando non pochi scompigli e spiazzando le difese dei suoi “fratelli”. Il maxiprocesso, un precedente unico nella storia giudiziaria americana (627 giorni di udienze), si conclude con una clamorosa assoluzione per tutti dopo sole 14 ore di camera di consiglio: i giurati, infatti, non riuscirono a non farsi contagiare dall’irresistibile simpatia di DiNorscio, capace di depistare su binari di (avan)spettacolo le testimonianze contro e a favore, gli indizi schiaccianti, l’impressionante e certosino lavoro del Pm e dei suoi collaboratori. La cinepresa di Sidney Lumet, 80 anni di solidissimo mestiere, circumnaviga da sempre tra aule giudiziarie e distretti di polizia, da La parola ai giurati a Il verdetto e Terzo grado, e non di rado ha tratto ispirazione dai fatti della cronaca (si pensi a Serpico). In Find Me Guilty contamina (in complicità con T.J.Mancini & Robert J. McCrea) la scena legal con la commedia cinica stile Sopranos. Le sue simpatie sono politicamente scorrette e pendono decisamente dalla parte degli “impresentabili” malavitosi. Guardando il film si intuiscono le bizzarre dinamiche procedurali che hanno consentito anche a “colpevoli apparenti” come O.J. Simpson o Michael Jackson di non farsi “incastrare”. Come recita un personaggio: «Il potere corrompe, il potere assoluto corrompe assolutamente». In un piccolo cameo, la bellissima Annabella Sciorra evapora una scia che ha il profumo di un indelebile fluido erotico.
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