Regia di James McTeigue vedi scheda film
V per VENDETTA è un buon film, anche se mi ha lasciato piuttosto ‘spiazzato’, forse perché le mie aspettative iniziali prima della visione erano più alte di quello che ho in concreto visto.
I miei primi approcci con il film sono stati rivolti ai suoi simboli:
+ vedevo i manifesti anarchici affissi per strada e la gente che protestava nelle piazze con la maschera di un certo Guy Fawkes, che poi ho scoperto essere il membro più noto della congiura delle polveri, che tentò di far esplodere la Camera dei Lord a Londra il 5 novembre 1605.
+ poi c’era questa “V” cerchiata in rosso, che così come stilizzata ricordava esplicitamente il tipico simbolo del movimento anarchico che è una “A” cerchiata.
Insomma, entrambe le immagini che caratterizzano il film richiamano a movimenti anarchici, se non addirittura terroristici. La cosa mi lasciò perplesso e comunque incuriosito … poiché mi ero reso conto che il film era divenuto molto popolare (si pensi anche ai “V – day” vicini al movimento di Grillo)!
Prima di entrare nel merito del film, forse, vanno spese un paio di parole per vedere chi c'è dietro il progetto. Il film è diretto da James McTeigue, che in precedenza era stato assistente alla regia per la trilogia di Matrix e Star Wars: Episodio II - L'attacco dei cloni. La sceneggiatura è scritta dai famosi fratelli Wachowski (per capirci i registi e autori di Matrix ), ed è basato su una graphic novel di Alan Moore e David Lloyd. Il produttore è Joel Silver, colui che ha investito su altri film ‘esplosivi’ come Arma Letale, Matrix, Die Hard e Predator.
V For Vendetta è un ‘fumettone’ animato ricco di elementi allegorici, ma a differenza di altri film del medesimo genere non fa un uso pesante della CGI. E’ un thriller di basso profilo, più tendente al drammatico; grandi sono gli effetti pirotecnici, anche se ciò che colpisce di più è il messaggio di natura politica.
Un cenno sulla trama … Nel prossimo futuro, il mondo viene flagellato dalla guerra, dal caos e dalle malattie; riesce a salvarsi l’Inghilterra raggiungendo un certo grado di stabilità a caro prezzo; il prezzo è la sottomissione a un governo totalitario e militarizzato gestito da un unico partito nazionalista e neo-nazista con a capo il Cancelliere Sutler (John Hurt) e il suo braccio destro Creedy (Tim Pigott-Smith), capo della temutissima e potentissima polizia segreta di Stato. Lo spettatore vive la storia nei panni della protagonista Evey Hammond (Natalie Portman) che viene salvata da un uomo con una maschera ghignante di Guy Fawkes, che si presenta solo con il nome di “V” (Hugo Weaving, il cattivo di Matrix per intenderci). Da lì in poi “V” si impegna in una serie di atti vendicativi e semi terroristici che preoccupano il governo. Assegnato a rintracciare il misterioso "terrorista", l'ispettore capo Finch (Stephen Rea) indaga sulla serie di bizzarri crimini perpetrati da “V”, che portano a domande scomode sulle circostanze con le quali il Cancelliere Sutler ha raggiunto il potere.
La giovane Evey (Natalie Portman) come lo spettatore non sa quale idea farsi di “V” e cinque ipotesi vagheggiano durante tutto il film:
CHI E’ “V”?
1). - un brutale omicida;
2).- una vittima che si sta vendicando;
3).- un supereroe anarchico che combatte per la libertà del popolo;
4).- l'uomo dei sogni:
5).- o più semplicemente un pazzo scatenato fuori controllo.
Per voi chi è “V”?
Io sono rimasto nel dubbio per tutto il tempo del film. Sono giunto alla conclusione che è un po' tutte cinque le ipotesi. “V” è il supereroe del film, un assassino, un terrorista e un ‘allegro’ distruttore di grandi edifici pubblici; ma le sue azioni, anche se sempre discutibili, sembrano essere giustificate, ma ciò che è peggio è che sono glorificate dagli autori, con una mossa che confonde furbescamente il diffuso scontento contro il mondo politico e la reazione del popolo allo strapotere degli Stati governi che con la paura del terrorismo e per far la guerra ad esso limitano e violano i diritti civili.
“V” è un mix di altri eroi: l'uomo dalla maschera di ferro, il Fantasma dell'Opera, Zorro, Robin Hood, un dandy, un esteta, un uomo di spettacolo e un fuorilegge, un spadaccino intellettuale, un archivista del passato e un sognatore del futuro, uno stratega e allo stesso tempo un astuto improvvisatore, un mortale, un mostro, un fantasma e un'uomo che simboleggia un’idea incontenibile.
Per me “V” rimane e lo voglio etichettare come un "terrorista"! Mi piace il senso reazionario, di ribellione del popolo nei confronti del marciume da cui è pervaso il mondo politico attuale, specialmente in Italia, ma anche nel mondo in genere. Ma disprezzo il metodo adottato dal protagonista del film che sembra voler spazzare via i Parlamenti che sono espressione della democrazia occidentale, così faticosamente raggiunta dopo secoli di sacrifici umani. Il messaggio sovversivo lanciato da “V” è una brutta idea, utilizza il terrore e spinge all'anarchia, che non mi sembra proprio una bella cosa!
V For Vendetta è una distopia, dai tratti cyberpunk in un contesto dai colori grigiastri, ‘fumo di Londra’. E’ un luogo dove lo Stato ha il potere di detenere a tempo indeterminato quelli che percepisce come suoi nemici e dove la politica fa paura.
Per quanto non condivida il messaggio anarco-apocalittico del film, devo aggiungere che cinematograficamente rimane un buon prodotto. L'unico punto debole è Natalie Portman, che non mi è sembrata entrare nel personaggio, forse non per colpa tutta sua, ma anche a causa di una sceneggiatura piuttosto inverosimile. Anche se è bella pure con i capelli rasati alla Demi Moore del Soldato Jane.
V per Vendetta è un film di simboli. “V” sta a vendetta, valore e vittoria, così come il colore giallo simboleggia altrettanti elementi in Kill Bill, sino a contraddistinguere il film stesso.
In definitiva è un film originale, che emoziona e mistifica, mescolando dissidenza politica a i bei principi di libertà, giustizia e ambizione sociale.
Voto:7,5.
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