Regia di James McTeigue vedi scheda film
Un apologo facile facile sulla rivoluzione. Ma anche un capolavoro di tensione e ritmo, con una regia inventiva e scattante: questo è V per Vendetta, tratto dall'omonimo graphic novel (ovverosia, per essere antiquati tradizionalisti che ancora usano la propria lingua madre, una storia a fumetti) di Moore e Lloyd, sceneggiato dai fratelli Wachowski, ovverosia quelli di Matrix. La trovata della maschera riempie la storia di un simbolismo forse un po' leggerino, ma che senz'altro funziona, al pari della continua ricorrenza della lettera V; il significato di fondo è comunque onorevole, cioè un drastico invito a non sottomettersi ad alcuna dittatura e ad agire con la propria testa piuttosto che affidarsi al pontificare vacuo dei media e dei politicanti. Nulla di trascendentale, ma perlomeno qualcosa in fondo c'è: non è il solito film tutto azione e niente sostanza; rimangono domande irrisolte ed irrisolvibili come il dubbio su chi si sia preso la briga di stampare centomila maschere e parrucche per conto di mr. V, ma le falle logiche sono di ordinanza nel fumetto e nel genere fantasy, percui, chiudendo un occhio, tutto si può sopportare. 6,5/10.
In un 2020 in cui il Regno Unito è una dittatura feroce ed inumana, un uomo mascherato da Guy Fawkes (rivoluzionario che nel primo Seicento tentò di far saltare in aria il parlamento inglese) comincia a farsi giustizia da solo, partendo dai vicoli ed arrivando fino ai media, comparendo in tv e facendo propaganda rivoluzionaria. I potenti tremano e tentano di eliminarlo, ma lui ha già pronta la contromossa finale: centomila maschere da Guy Fawkes ed altrettanti volontari a scendere in piazza per compiere ciò che a Fawkes non riuscì.
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