Regia di Umberto Marino vedi scheda film
Un’idea non male, Marino ha trattato certi temi anche in altri film, qui l’ha riuniti, ma manca il collante necessario e l’anima vera dentro, il ghiaccio del titolo rimane nei nostri cuori, l’emozione non prende forza, malgrado l’ottima Finocchiaro; l’uso della musica e delle immagini non disturbano, come qualcuno ha detto, ma non fanno il tutt’uno con la storia.
Una storia che sa molto, anzi troppo di metafora ed anche questo è il suo limite; il personaggio di Fabrizio, interpretato da Bova è un misto, almeno nell’aspetto fisico, di Forrest Gump e Senza Pelle, con qualche spunto alla Rain Man ed anche questo sa molto di ideuzza strimizzita. Diciamo che l’attore ce la mette tutta, ma non ha un sostegno vero da parte del regista, che evidentemente non ne è capace e quindi risulta poco credibile, se non nell’atteggiamento esteriore, ma interiormente non c’ traccia di coinvolgimento.
Due anime divise in due, come da un bella sceneggiatura dello stesso Marino e poi bel film di Soldini, e qui sta il trucco, la regia è la sua e quindi viene fuori il peccato.
Idea buona, ma come regista riesce ad appiattire molto ed ha ragffreddare le emozioni
Non amo questo attore, ma qui ci ha graziato della sua "vena comica", ed è sopportabile
Uno sforzo enorme, ma non ricompesato per la mancanza di un regista che lo ha sostenuto come doveva sosternerlo; è la malattia del nostro cinema riguardo agli attori, non ci sono i registi bravi direttori di recitazione, e quindi la tipologia degli attori che arrivano senza gavetta o back ground, rimane spiazzata ed abbandonata a sé stessa.
E' bravissima ed emozionante, fa molto da sé ed il film si gaurda anche per questo
Il ruolo marginale del fratello
ruolo di caratterista come assistente sociale
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