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Un giorno per sbaglio

Regia di Julian Fellowes vedi scheda film

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La recensione su Un giorno per sbaglio

di Furetto60
5 stelle

"Ménage à trois" tinto di giallo. Così, così

 I Mannings, James e Anne, sembrano una coppia appagata: lui è un ricco finanziere, lei una padrona di casa impeccabile e affascinante; trascorrono le loro serene giornate, dividendosi tra Londra e la idilliaca tenuta di campagna nel Buckinghamshire, immersa in suggestivi boschi dalle tonalità pastello. La loro tranquilla esistenza fluisce felicemente, rallegrata da sporadici ricevimenti, in compagnia di cani scodinzolanti, peccato che non abbiano avuto figli; peraltro il loro comportamento è irreprensibile: sono cordiali e benevoli verso il prossimo e dunque sembrano in qualche modo meritare la felicità, che traspare dalle loro esistenze.
Ma ogni relazione apparentemente perfetta, può nascondere in realtà un’illusione e potrebbe ritrovarsi a fare i conti con l’imponderabilità della vita, quella nascosta nelle pieghe e talvolta nei meandri  nella nostra coscienza.   Un giorno compare nella loro vita un arrogante cialtrone, tale Bill rampollo di un aristocratico vicino di casa, uomo viziato, spocchioso e antipatico, ma anche fascinoso; Anne ne resta ammaliata al punto da organizzare una festa al solo scopo di rivederlo e il resto viene da sé, lei comincia a tradire il consorte regolarmente. Un brutto giorno il marito della domestica di famiglia viene travolto da un pirata della strada, che peraltro non si degna nemmeno di fermarsi a soccorrerlo e costui muore sul ciglio della strada. James intanto nota un’ammaccatura sull’auto di Bill e comincia a sospettare proprio di lui. Deciso a dare giustizia alla sua devota domestica, il procuratore approfondisce le ricerche, arrivando a scoprire la doppia vita della moglie e infine la sua responsabilità nella morte del coniuge della colf. La menzogna e l’adulterio di Anne hanno innescato un meccanismo di disintegrazione di tutto il loro mondo; Anne concedendosi senza ritegno a Bill ripetute volte, prima mentendo ma poi ammettendo la sua tresca, di cui peraltro non sembra nemmeno pentirsi più di tanto, travolge le certezze del marito che invece si batte allo stremo,
per difendere il suo matrimonio. Peraltro l’omicidio colposo dello sfortunato, sembra collocarsi sullo sfondo della vicenda e passare in secondo piano, c’è un ispettore che compie delle indagini, ma  non pare entrare mai nel vivo della faccenda. L’epilogo ribalta un tantino i ruoli, ma rende ancora meno credibile la storia. Bill Bule, alias Rupert Everett giganteggia, il suo linguaggio e i suoi modi sono sgarbati e volgari, oltre che sfrontatamente oltraggiosi, eppure riesce a sedurre Anne; è il personaggio destabilizzante, colui che fa precipitare gli eventi, che obbliga a interrogarsi sul senso morale, dove comincia e dove finisce, sul confine tra sano egoismo e invece disinteresse cinico per il prossimo, che induce a riflettere sugli inevitabili compromessi e dei sensi di colpa che ne scaturiscono. In  un momento qualunque della vita, può capitare una strana combinazione di eventi,  che possono inaspettatamente alzare il velo su verità inconfessabili.

Julian Fellowes, qui al suo debutto alla regia, dirige il film con diligenza, tuttavia il tema non è per niente nuovo e mancano guizzi; la storia  è lenta, prolissa e priva  di pathos,  addirittura a tratti noiosa ,ma sono gli attori assolutamente in parte, che elevano la qualità del prodotto cinematografico, altrimenti modestissimo.

 

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