Regia di Carlo Verdone vedi scheda film
Vedendo questo film, si avverte che Verdone ha perso un pò di mordente rispetto alle prime pellicole, che rimangono le più divertenti. La sua presenza di attore sullo schermo rimane efficace grazie al suo talento immutato, mentre l'accoppiata con Silvio Muccino, promosso anche a co-sceneggiatore, non mi ha convinto del tutto, anche perchè il celebre "fratello d'arte" come interprete rimane piuttosto opaco, ha una gamma espressiva limitata e una dizione piuttosto discutibile, tanto che le battute che pronuncia non sono sempre chiarissime. Nella prima parte ci sono gag che a tratti colpiscono il bersaglio e si distinguono per una certa cattiveria (soprattutto l'avventura del personaggio di Verdone con la cognata rumena, e gli esilaranti tentativi per mascherarla), nella seconda si passa ad un registro più serio e riflessivo, con alcune digressioni da "road-movie" che sembrano messe lì per colmare certi vuoti narrativi, e l'incontro di Muccino col "vero" padre che l'aveva abbandonato tanti anni prima non riesce ad acquisire la densità emotiva che gli autori desideravano affidargli. Molto più delicato, invece, il tratteggio della storia d'amore fra Muccino e la Morariu, e il lieto fine non è dei più scontati. Un film discontinuo, quindi, che alterna buone trovate a forzature narrative (il continuo ricorso all'espediente del ricovero in Pronto soccorso), nel complesso si merita almeno la sufficienza ed è stato uno dei maggiori successi di Verdone negli ultimi anni.
voto 6/10
sempre efficace grazie al suo talento comico
come interprete rimane piuttosto opaco, ha una gamma espressiva limitata e una dizione piuttosto discutibile
discreta nei panni della figlia di Verdone e innamorata di Muccino, le sue scene sono tra le migliori del film
sembra una macchietta isterica nel ruolo della moglie di Verdone, con risultati poco felici
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